Banca d’Italia: il mercato di Npl sta migliorando e gli operatori internazionali colgono la palla al balzo
Nei primi tre mesi del 2018 il flusso dei nuovi crediti deteriorati sul totale dei finanziamenti, al netto dei fattori stagionali e in ragione d’anno, è sceso all’1,7% dal 2% del trimestre precedente. Lo indica Banca d’Italia nel Bollettino mensile di luglio.
L’ammontare dei prestiti deteriorati netti è sceso a poco più di 110 miliardi, dai 200 di fine 2015; circa la metà è rappresentata da esposizioni classificate come inadempienze probabili (Utp), per una parte delle quali è possibile un rientro in bonis.
Come sottolineato dal Governatore Ignazio Visco durante l’assemblea annuale dell’Abi, “Negli ultimi anni si sono registrati miglioramenti nella durata delle procedure giudiziarie di recupero dei crediti. Le evidenze relative alle fasi iniziali delle esecuzioni immobiliari mostrano che le riforme del 2015-16 stanno contribuendo a ridurre la durata delle operazioni. La lunghezza della fase precedente la vendita dei beni è diminuita di circa un decimo (da 27,5 a 24,5 mesi) e quella della fase di vendita si è quasi dimezzata (da 41,5 a 23,5 mesi)”.
Il miglioramento del mercato dei crediti deteriorati italiani è confermato anche dal forte interesse che investitori internazionali e operatori specializzati mostrano per le operazioni di dismissione di portafogli di Npl e Utp delle banche.
Per la gara lanciata da Banco Bpm riguardante un portafogli di Npl del valore tra 3,5 e 9,5 miliardi di euro si sono presentate 7 cordate. Secondo il Sole 24Ore, in particolare, i gruppi partecipanti sono composti da Tpg, Davidson Kempner Capital Management e Prelios (assistiti da Mediobanca e Rothschild), un’altra con Fonspa ed Elliott (advisor Goldman), oltre a DoBank-Fortress (con Citi), Varde assieme al servicer Guber; il fondo Usa Cerberus (con Lazard e Vitale come consulenti); Pimco con Phoenix Asset Management e una cordata tra Crc e il servicer Fire.
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