Come emerge dall’Indagine 2018 di Nomisma alle famiglie, l’affitto non rappresenta più (solo) un mercato di interesse sociale, ma attrae segmenti di domanda differenti tra loro e potenzialmente in crescita.
Negli ultimi sette anni, la quota di famiglie in affitto è passata dal 15,7% a quasi il 20% e, contestualmente, sono anche crescite forme alternative di godimento (10%) che velano forme di “affitto reale” coperto dalla rete famigliare.
Da una parte, vi sono quei nuclei trainati dall’impossibilità di accedere al mercato della compravendita a causa della mancanza o precarietà di lavoro, con l’affitto che rappresenta un’opzione alternativa all’acquisto.
Dall’altra, invece, vi sono quei nuclei che esprimono la preferenza per la liquidità e la volontà di non impegnarsi in un investimento oneroso.